Gli anni più critici, infatti, sono sicuramente quando i bambini hanno tra i 2 e i 5 anni, ossia prima dell’ingresso alla scuola primaria; in questa fascia d’età, solitamente, questi dispositivi diventano un “supporto” per il genitore in quei momenti in cui non si riesce a passare del tempo con il bambino o per farlo calmare in alcune situazioni. A lungo andare però questi metodi “facili e sbrigativi” possono generare effetti di dipendenza da digitale che sono ormai chiari.

Negli ultimi anni la tecnologia digitale è entrata a far parte nella vita di ogni persona in maniera preponderante e a volte anche “prepotente”; spesso non si ricerca neanche il suo utilizzo ma è sostanzialmente impossibile restarne completamente inerte, ormai anche smartphone e tablet sono oggetti d’uso comune a tutte le età, anche in età pediatrica.

Fino al 2008, riconosciuto come l’anno di nascita ufficiale degli smartphone ed in cui sono entrati in campo i colossi attuali del mondo della tecnologia, il fenomeno era poco conosciuto e residuale, ed era solitamente legato all’utilizzo di videogiochi.

Durante la pandemia da Covid-19 il fenomeno si è particolarmente accentuato, complice la difficoltà a creare momenti di socialità, la chiusura delle scuole e la costrizione al lockdown che ha visto nella tecnologia, tramite vari dispositivi, l’unica opportunità di comunicazione ed “apprendimento” anche per i bambini in età scolare.

Purtroppo, il fenomeno delle tecnologie “touch” ha cambiato in maniera profonda anche il rapporto tra bambini sotto i 6 anni e tecnologia; gli schermi touch screen, infatti, attraggono molto e con un solo gesto del dito si riesce a scorrere pagine, ad accedere a schermi, video, immagini e suoni.

Ogni caratteristica, ogni colore, ogni suono dei dispositivi è stato attentamente studiato da team di esperti (designer e psicologi) con lo scopo di tenerci “agganciati” a questi dispositivi (questo vale anche per gli adulti).

Ormai si è passati dai cartoni animati visti in TV a video caricati su YouTube, per non parlare della scoperta delle App che offrono la più svariata scelta di giochi, applicazioni, video, etc.

Il nostro Paese, in particolar modo, risulta al primo posto in Europa per diffusione di telefoni cellulari tra i bambini che lo usano in età precocissima.

Infatti, in Italia circa 1 bambino su 2 ha già usato queste forme di tecnologia prima dei 2 anni, 1 su 5 anche prima dell’anno di vita, e quindi prima di iniziare a parlare; per le attuali generazioni considerate “native” nelle tecnologie digitali, rappresentano un elemento naturale dell’ambiente di vita, con un uso stimato che va dalle 2 alle 4 ore al giorno.

È pur vero che le raccomandazioni esistono da parte delle Società scientifiche, le quali consigliano fortemente l’uso “accompagnato” di App di qualità (ad es. giochi educativi), rispetto dei tempi di esposizione ai device in relazione all’età e allo sviluppo dei più piccoli.

Inoltre, è sconsigliato esporre a smartphone e tablet prima dei due anni, usarli durante i pasti come metodo di distrazione, e prima di andare a dormire, è inoltre preferibile limitare l’uso di questi dispositivi a massimo 1 ora al giorno nei bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni e 2 ore al giorno per quelli di età compresa tra i 5 e gli 8 anni.

Le raccomandazioni ufficiali della Società Italiana di Pediatria (SIP) sull’uso dei media device (smartphone, tablet, computer, ect.) nei bambini da 0 a 8 anni di età tengono in considerazione sia gli effetti positivi sia quelli negativi sulla salute fisica e mentale dei bambini: la tecnologia in realtà non va rifiutata, sarebbe praticamente impossibile non esserne coinvolti, ma al contrario dovrebbe essere utilizzata al meglio, ad esempio per apprendere nozioni, abilità, informazioni, per creare una rete di contatti a distanza, per incrementare fantasia ed ascolto, ed evitando quindi l’uso per calmare o distrarre.

Gli anni più critici, infatti, sono sicuramente quando i bambini hanno tra i 2 e i 5 anni, ossia prima dell’ingresso alla scuola primaria; in questa fascia d’età, solitamente, questi dispositivi diventano un “supporto” per il genitore in quei momenti in cui non si riesce a passare del tempo con il bambino o per farlo calmare in alcune situazioni.

A lungo andare, questi metodi “facili e sbrigativi” possono generare effetti di dipendenza da digitale che sono ormai chiari; molti studi hanno osservato come l’utilizzo precoce e prolungato può comportare gravi conseguenze come: disturbi del sonno, difficoltà di apprendimento, irritabilità, effetti negativi sull’attenzione, isolamento e riduzione dei rapporti con i pari, aumento dell’impulsività, diminuzione della capacità di autocontrollo, oltre che riduzione del movimento con aumento del rischio di obesità.

Inoltre, non bisogna tralasciare il rischio di esposizione verso contenuti aggressivi e violenti, tramite giochi o video facilmente accessibili, la cui esposizione, oltre che indurre una maggiore sensibilità all’ansia, aumenta il rischio, per imitazione, di condotte ugualmente aggressive, facendo passare tale violenza come una delle forme più appropriate per risolvere i conflitti.

Questi rischi, per fortuna, tendono a diminuire in modo significativo sopra i 12 anni, quando ha inizio lo sviluppo cerebrale della corteccia pre-frontale, responsabile del controllo degli impulsi e della consapevolezza delle conseguenze delle azioni proprie e altrui, ragion per cui è fondamentale evitare di usare o quanto meno limitare in maniera importane l’uso di questi dispositivi prima di tale età.

Oggigiorno è veramente difficile rimanere estranei a questo mondo, siamo tutti coinvolti anche passivamente, e potremmo definire, restando in tema di tecnologia e connessioni online, che la nostra vita ormai è “onlife”.

Il ruolo educativo degli adulti, in questo ambito, è essenziale; occorre attivare tutte le risorse possibili, compresi i sistemi di “filtro famiglia” usati per monitorare contenuti, ambienti digitali, azioni, e tempi a cui possono avere accesso i propri figli. Sono una risorsa indispensabile nella fascia d’età 0-6 anni, e permettono di passare da un estremo a un minimo controllo a seconda delle impostazioni che si scelgono, adeguati sempre all’età e al grado di autonomia specifica dei propri figli.

Inoltre, è importante ricordare che i bambini imparano da ciò che vivono e dal nostro esempio: se ci aspettiamo che i figli utilizzino consapevolmente la tecnologia, è importante che vedano fare lo stesso dagli adulti che li circondano, e questo richiede grande attenzione e costante conoscenza degli strumenti, motivo per cui risultano essenziali anche campagne di sensibilizzazione mediatica su tale tema.

Maurizio Cappiello
Medico Ospedale AORN A. Cardarelli – Napoli
Vicesegretario Anaao Assomed Campania

Nicoletta Cristiano
Infermiera Ospedale AORN A. Cardarelli – Napoli
Associazione Terra e Vita

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